AGILE-EUTELIA, ultimo atto. Dal 22 Dicembre scattano 800 licenziamenti

di Federica De Iacob 21/10/2014 ECONOMIA E WELFARE
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Ottocento licenziamenti per mettere fine alla vertenza Eutelia. Scatteranno dal 22 dicembre e rappresentano l’ultima tappa di una vicenda nata sette anni fa come una semplice cessione d’azienda, poi finita con una bancarotta fraudolenta e tre arresti. Furono 2500 i lavoratori vittime del malaffare aziendale che nel corso degli anni vennero in parte reintegrati o messi in cassa integrazione. Oggi ne rimangono 800, per loro gli ammortizzatori sociali termineranno a dicembre, dopodiché il nulla.

Riassunto delle puntate precedenti. Tutto inizia nel 2007 quando la famiglia Landi di Arezzo, proprietaria della società Eutelia, acquista due filiali di multinazionali che operano in Italia nel ramo dell’information tecnology: l’olandese Getronix e la francese Bull (multinazionale che opera nel campo dell’informatica). Passano appena due anni e nel 2009 Eutelia decide di cedere il ramo it dell’azienda, comprendente circa 2500 lavoratori. I dipendenti verranno trasferiti dapprima in Agile (una controllata di Eutelia), e successivamente ad Omega. Il passaggio di aziende avviene sotto gli occhi del Ministero dello Sviluppo Economico, con in testa Claudio Scajola, che supervisionerà l’accordo. Ma Omega non è un’azienda come le altre. È una scatola vuota, una società fantasma. A rendersene conto per primi sono i lavoratori, che storcono il naso davanti a una cessione aziendale avvenuta con poche garanzie sul piano industriale. E infatti di lì a poco Omega smetterà di pagare gli stipendi e di onorare i contratti con i clienti.

Il Ministero, in compenso, non si era accorto di nulla. Né dell’assenza di un piano industriale serio, né che i vertici di Omega hanno tutti precedenti per fallimenti aziendali. Si direbbe una cessione “a sua insaputa”. I dipendenti ex Eutelia, invece, fanno un esposto in procura. L’ultimo verdetto disponibile è quello del 12 luglio 2013: il tribunale di Roma infligge 9 anni di reclusione ad Antonangelo Liori, già direttore de l’Unione Sarda ed ex patron di Omega; per Claudio Marcello Massa, ex ad di fatto di Agile e poi di Omega, gli anni sono 8; per Isacco Landi, che era nel consiglio di amministrazione di Eutelia, la pena è conteggiata a 6 anni. L’accusa, bancarotta fraudolenta. I fondi distratti, oltre 11 milioni.

I lavoratori della ei fu Eutelia ne fanno una questione di legalità e si costituiscono in massa parte civile al processo. Ma nel frattempo, il lavoro non c’è. Inizierà così un percorso fatto di cassa integrazione e progetti di riqualificazione e reinserimento finanziati dai fondi europei. Nell’accordo quadro firmato nel 2012, si leggono i seguenti obiettivi: prepensionamenti per i lavoratori più anziani, cassa integrazione, circa 250 assunzioni da parte di Tbs Group, società che opera nel settore elettromedicale. La Tbs rispetterà l’impegno delle assunzioni da effettuare in tre anni, con la promessa di integrare altri lavoratori se il fatturato lo permette. Invece, il fatturato non va e gli ingressi si fermano a quota 250. Non danno benefici neanche i prepensionamenti, giacchè nel frattempo arriva la riforma Fornero che allunga gli anni contributivi. Così, la platea dei prepensionamenti si riduce più del previsto, e dei 300 pensionamenti in cantiere, circa 150 diventeranno esodati.

Restano tutti gli altri. Un centinaio effettueranno tirocini presso il Ministero della Giustizia, per i rimanenti c’è la cassa integrazione rinnovata ogni piè sospinto. E poi i famosi feg, i fondi europei per la riqualificazione dei lavoratori. Ogni regione, in accordo con il sindacato, si impegna a creare progetti che favoriscano il reinserimento degli ex Eutelia nel mondo del lavoro. Ma non tutte le regioni sono uguali. In un comunicato sindacale del giugno 2012 si lamenta la continua assenza della regione Campania ai tavoli di concertazione, oltre alla mancanza di iniziative sul piano dei corsi di formazione. Le regioni Umbria e Sicilia tardano ad inviare approfondimenti al Mi.Se., mentre attivissime sono Piemonte e Puglia, che prevedono anche incentivi fiscali per le aziende che assumono gli ex Eutelia. E poi sbloccare i fondi feg non è cosa semplice, tra il dire e il fare ci sono tavoli di concertazione, solleciti sindacali, burocrazia.

E i risultati? Fiacchi. Alcuni dei corsi offerti non erano riqualificanti, ma piuttosto di orientamento al lavoro, oppure generici e inflazionati come i corsi di inglese o di compilazione caf. I soldi investiti in feg sono circa 3,5milioni, dopodiché i lavoratori avrebbero dovuto essere inseriti nel mondo del lavoro attraverso dei bandi che non sono mai stati fatti. Così, tra fondi europei, cassa integrazione e incentivi fiscali alle imprese, lo Stato ha sprecato fior di risorse per ottenere il seguente numero di reinserimenti: zero. E adesso che anche la cig volge al termine, ciò che resta è il licenziamento. Saranno 800 quelli che rimarranno a casa, a dicembre, pochi giorni prima di Natale. Sempreché qualcuno non si accorga di loro.

 

 


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